Il Decreto Legge PA, approvato definitivamente oggi, rappresenta una vera e propria svolta storica per la comunicazione pubblica in Italia, introducendo la figura del Social Media & Digital Manager. Questa innovazione non solo accresce l’efficienza della Pubblica Amministrazione (PA), ma rafforza anche la competitività del nostro Paese nel contesto internazionale. Con un forte investimento nelle competenze digitali, questa riforma offre grandi opportunità anche al settore privato, creando un nuovo ecosistema in cui la formazione e il riconoscimento professionale giocano un ruolo fondamentale.
Potenziare la PA: il digitale come motore di trasparenza e accessibilità
Nel quadro della riforma della PA, la nuova figura del Social Media & Digital Manager ha il compito di gestire e ottimizzare i canali digitali delle istituzioni, rendendo più rapida, trasparente e accessibile la comunicazione tra pubblica amministrazione e cittadini. L’obiettivo non è solo digitalizzare, ma migliorare l’interazione e il dialogo tra le istituzioni e il pubblico, rispondendo alle esigenze di un contesto sempre più connesso.
Tuttavia, il riconoscimento di questa professione all’interno delle amministrazioni pubbliche non basta: per evitare che le riforme rimangano circoscritte e inefficaci, è fondamentale accompagnarle con programmi di formazione mirata, che possano davvero potenziare le competenze del personale già in servizio. Solo attraverso una preparazione adeguata si potrà garantire un’efficace applicazione dei cambiamenti previsti.
Il settore privato: la comunicazione digitale come leva competitiva
Non solo PA: l’introduzione ufficiale della figura del Social Media & Digital Manager è una grande opportunità anche per il settore privato. Le aziende e le organizzazioni no-profit hanno da tempo integrato la comunicazione digitale nelle loro strategie di business, ma la mancanza di un inquadramento normativo adeguato ha creato difficoltà in termini di riconoscimento professionale e fiscale.
Un codice ATECO dedicato per i Social Media Manager potrebbe finalmente risolvere questo vuoto, offrendo garanzie professionali e fiscali sia per chi lavora autonomamente che per chi opera in strutture organizzate. Si tratta di un passo cruciale che potrebbe rendere il settore della comunicazione digitale non solo più visibile, ma anche più competitivo, permettendo a chi opera in questo campo di accedere a incentivi e opportunità di aggiornamento professionale.
La proposta: dare ufficialità alla professione attraverso il codice ATECO
Come Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Nazionale Social Media Manager, rilanciamo con forza la proposta di un codice ATECO specifico per la figura del Social Media Manager. Questo permetterebbe di:
- Riconoscere ufficialmente la professione e favorire un’applicazione coerente delle politiche fiscali e di welfare
- Migliorare la competitività del nostro Paese, aumentando la trasparenza e l’efficienza delle comunicazioni istituzionali e aziendali
- Raccogliere dati concreti sullo sviluppo del settore, permettendo politiche pubbliche più mirate e una pianificazione economica più efficace
- Accesso a fondi e incentivi per l’innovazione, la formazione e la crescita professionale delle risorse umane
Il commento
«La digitalizzazione della PA è una delle più grandi opportunità per modernizzare le istituzioni e renderle davvero più vicine ai cittadini. Con la figura del Social Media & Digital Manager, questo processo di innovazione è ora realtà», afferma Marco Sicbaldi, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Nazionale Social Media Manager. «Tuttavia, non possiamo fermarci qui: è fondamentale che venga riconosciuto ufficialmente anche il lavoro nel settore privato, con la creazione di un codice ATECO dedicato, che consenta alle imprese e ai liberi professionisti di essere parte di questa evoluzione e di beneficiarne pienamente. Solo così potremo aumentare la competitività del nostro Paese a livello internazionale.»
Articolo a cura di Marco Sicbaldi